domenica 30 dicembre 2007

Buon 2008...


...Un anno vissuto e uno da vivere stanno per salutarsi ed io vorrei che tutto quello che desiderate giunga a voi....con tanto affetto...

Poesia del vento...


...Non serbare nulla, spendi, sperpera allegrie, gioie, scambiale con l'aria azzurra perchè vadano volando, per il cielo, fanne acqua, riempi i torrenti del mondo delle sue schiume sprizzanti, entra in anime assopite e scuotile per le ali, agita, come di grano, grandi campi di speranze, straripa, straripati...

Fiaba del Bosco Incantato (Epilogo)


...Fiocco di Neve tornò al Villaggio degli Infermi e insegnò agli abitanti il senso dell’Amore. Diffuse il suo Amore nei cuori di tutti loro, e improvvisamente si sentirono Felici. Il raffreddore passò, il diabete non c’era più, la pressione tornò normale. E tutti erano di buon umore. E se qualcuno prendeva l’influenza, allora gli facevano il lavaggio del cuore per riempirlo d’Amore. Nel Paese dei Miseri accadde che all’arrivo di Fiocco di Neve e dopo la sua predica, tutti si sentirono meglio nell’animo, e senza aspettare che il Padrone desse il consenso iniziarono a lavorare la terra, ad aprire i mercati, a rifarsi gli abiti e le case, tanto erano felici! Il Padrone allora capì che la forza dell’Amore avrebbe curato la figlia e improvvisamente fu anch’egli più felice e la figlia guarì. Si decise di fare una grande festa in onore di Fiocco di Neve, ma lei non c’era già più. Dicono che la Felicità non andò via con lei, perché ormai tutti avevano l’Amore nel proprio cuore.

sabato 29 dicembre 2007

Poesia dedicata all' uomo piombo...


...Di', ti ricordi dei sogni? Quand'erano proprio lì davanti? Che distanza, in apparenza, dagli occhi! Sembravano alte nuvole, fantasmi senza un appiglio, orizzonti irraggiungibili. Ora guardali, con me, eccoli dietro di noi. Se erano nuvole, siamo su nuvole più alte. E se orizzonti, lontani, ora per vederli, bisogna voltar la testa perchè li abbiamo passati. Ci troviamo all'altro lato di quei sogni che sogniamo, da quel lato che si chiama la vita che si è compiuta...

Fiaba del Bosco Incantato (quarta parte)


...Fiocco di Neve era piena di sconforto. Non riusciva a credere che nel mondo ci fosse tanta sofferenza: nel Bosco Incantato tutto era perfetto! Perché fuori del Bosco le cose erano così brutte?
Fecero ritorno al villaggio vicino al Bosco, ma il Bosco Incantato non c’era più perché Fiocco di Neve aveva smesso di credere nella Felicità fuori del Bosco. Nel Bosco Incantato era rimasto solo il laghetto di ninfee, e lì Fiocco di Neve vuotò le sue lacrime di disperazione. Allora le apparve il Mago della Luce, con lo sguardo triste. Non proferiva parola alcuna. Semplicemente la guardava triste. Allora Fiocco di Neve capì. La Felicità era sempre stata lì, dentro di lei, e finché l’Amore avesse vissuto nel suo cuore il mondo sarebbe stato perfetto.
"Con l’Amore che si diffonde tutto intorno a noi non esiste la sofferenza" disse il Mago, ora ravvivato. "Fiocco di Neve, ora hai capito qual è la verità? Non smettere di essere felice e diffondi il tuo Amore" disse il Mago e poi scomparve. Dal laghetto di ninfee che aveva raccolto le lacrime di Fiocco di Neve cominciò ad emergere una forte luce verde e nel giro di pochi secondi ricomparve il Bosco. Fiocco di Neve allora tornò al villaggio e cercò Il Gobbo e Il Dritto. Appena li ebbe trovati disse loro: "Non è vero quello che mi avete fatto vedere. La malattia, la povertà, la miseria, non sono che apparenze. La Verità è l’Amore. Siete riusciti a farmi perdere l’Amore, e allora io ho visto la sofferenza". Il Gobbo disse: "Ma come? E allora tutta quella gente? Anche loro la vedevano e la sentivano la sofferenza…"
E Il Dritto disse: "Mica possiamo ingannare tutti quanti insieme…"...

mercoledì 26 dicembre 2007

La libertà...


La tua libertà dammi. E non la tua fatica, no, nè le foglie secche, il tuo sonno, occhi chiusi...Se mi dai la tua libertà mi dai i tuoi anni bianchi, limpidi e aguzzi come denti, mi dai quel tempo in cui tu ne godevi...La voglio, la tua libertà, solo per liberarla...Non c'è prigione per te nel mio essere. Per me ti serba la tua libertà. E la libererò di nuovo, e in cielo, o nel mare, nel tempo, la vedrò incamminarsi al suo destino. Se quello sono io, ti sta aspettando...

Fiaba del Bosco Incantato (terza parte)


...Fiocco di Neve non riusciva a credere che fosse possibile l’esistenza delle malattie (lei non si era mai ammalata e nel Bosco Incantato nemmeno i vicini). Chiese, rivolgendosi al Gobbo e al Dritto, se gli abitanti del villaggio fossero caduti in qualche sortilegio, magari c’era qualche mago potente nei dintorni. Ma, disse il Gobbo: "No, cara piccola Fiocco di Neve - con una vocina stridula - questa è la vera vita. È ora che tu impari che non esiste la felicità fuori del Bosco Incantato".
Fiocco di Neve ebbe un sussulto al cuore. "Non è possibile", pensò. Ma non disse nulla. Proseguirono il viaggio e arrivarono al Paese dei Miseri. Infatti gli abitanti erano ricoperti di stracci per vestiti. Fiocco di Neve si avvicinò a quello che, dal portamento, doveva essere il capo del Villaggio e chiese: "Buon uomo, dite, perché gli abitanti di questo paese indossano vestiti così poveri? E perché le case sono così fatiscenti?". L’uomo si tolse il cappello e tirò un lungo sospiro incrociando le mani sul petto: "il padrone del Paese non ci fa lavorare. E se non lavoriamo non possiamo mantenere una vita dignitosa!", e gli occhi gli si umettarono di lacrime. Fiocco di Neve chiese ancora: "buon uomo, dite, e perché il Padrone non vi fa lavorare?". Egli rispose con la voce sempre più debole: "perché la figlia del Padrone è malata e nessuno riesce a curarla, e allora il Padrone ci punisce in questo modo". E chiuse la bocca, lasciando intendere che non voleva parlare più della sua condizione. Fiocco di Neve guardò Il Dritto, mentre le diceva: "Hai visto che il mondo è fatto di sofferenze e crudeltà? Rassegnati e smettila di sognare e predicare la bellezza e l’armonia, la felicità esiste solo nel Bosco Incantato". Fiocco di Neve ci pensò un attimo e decise di proseguire il viaggio, ma in ogni paese che incontravano trovava solo gente oppressa dalle fatiche, dalla disperazione, dalle malattie o altro. E ogni volta, o Il Dritto o Il Gobbo le ripetevano la stessa cosa: "la felicità esiste solo nel Bosco Incantato"...

martedì 25 dicembre 2007

Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare...


“Erano secoli che non vedevo i muri salutare.
E l'altro ieri dal freddo cemento di una parete delle vie del corso ho visto un muro trasformare una sua crepa in mano che tendeva un saluto. E lo stesso giorno ho visto una mano che avrebbe potuto profondere un saluto trasformarsi in pietra incastrata nel muro.
E ho visto un becchino vestito di nero parlare ai suoi morti viventi che non avevano più il controllo delle mani e di se stessi.
E tu sorridevi tra quelli.”

Dedicata a quella persona che non è come la immaginavo.

domenica 23 dicembre 2007

Buon Natale...



...A chi ama dormire ma si sveglia sempre di buon umore, a chi saluta ancora con un bacio, a chi lavora molto e si diverte di più, a chi va in fretta in auto ma non suona ai semafori, a chi arriva in ritardo ma non cerca scuse, a chi spegne la televisione per fare due chiacchiere, a chi è felice il doppio quando fa la metà, a chi si alza presto per aiutare un amico, a chi ha l'entusiasmo di un bambino e i pensieri di un uomo, a chi vede nero solo quando è buio, a chi non aspetta il Natale per essere migliore...Buon Natale!

sabato 22 dicembre 2007

Fiaba del Bosco Incantato (seconda parte)


...Fiocco di Neve non aveva perso l’abitudine di fare lunghe passeggiate. Aveva modo così di conoscere le cose che la circondavano, di scambiare idee e impressioni con i vicini. Quel giorno però, si allontanò troppo. Non era mai arrivata ai confini del Bosco Incantato, così non si accorse di come il paesaggio cambiava e come l’aria che respirava non era densa di quella quieta felicità caratteristica del Bosco Incantato. Ormai fuori del Bosco continuò a camminare. C’era un piccolo villaggio scendendo lungo il sentiero, e lei decise di andare lì. Nella piazza del villaggio fece conoscenza con due singolari individui: Il Gobbo e Il Dritto. Il Gobbo era molto basso, o almeno sembrava basso a causa della gobba che quasi lo schiacciava per terra. Aveva gli occhi piccoli e il viso grande, con una smorfia che invece doveva essere un sorriso. Fiocco di Neve non ebbe paura. Il Dritto era lato come un albero, aveva gli occhi grandi per guardare il mondo e un sorrisetto beffardo. Fiocco di Neve non ebbe paura. Questi due personaggi furono incuriositi dalla presenza di Fiocco di Neve nel villaggio, si era sparsa la voce che fosse uscita dal Bosco Incantato e si temeva che diventasse pazza da un momento all’altro. Invece Fiocco di Neve era allegra, spontanea, buona con tutti quanti. Aiutava tutti, e quando pioveva, e le donne dovevano stendere i panni ad asciugare, lei faceva spuntare l’arcobaleno e la pioggia andava via. Così Il Gobbo e Il Dritto capirono che era vero che era stata nel Bosco Incantato e capirono che per Fiocco di Neve tutto era perfetto nel mondo. Vollero insegnarle che il mondo, quello vero, era diverso da quello che lei aveva conosciuto nel Bosco Incantato, che quello vero non era fatto di bellezza e armonia, ma di sofferenze, malattie, povertà. E così intrapresero un lungo viaggio. Portarono Fiocco di Neve nel Villaggio degli Infermi. Tutti gli abitanti erano malati: c’era chi aveva il raffreddore, chi la pressione alta, chi doveva stare attento a mangiare i dolci perché aveva il diabete, e così tanti altri. Fiocco di Neve ebbe paura stavolta. Non conosceva un mondo che non fosse di felicità e allegria. Era praticamente sempre vissuta nel Bosco Incantato...

Poesia delicata...


...Non trattenerti mai quando vorrai cercarmi. Se vedi mura di acqua, ampi fossati d'aria, siepi di pietra e tempo, guardie di voci, passa. Ti aspetto con un essere che non aspetta altri: solo per te c'è spazio là dove io ti aspetto. Nessuno può incontrarsi lì eccetto il corpo che ti conduce, come un miracolo, in bilico. Intatto, inalienabile, un grande spazio bianco, azzurro, in me, non vuole nient'altro che i tuoi voli, i passi dei tuoi piedi; non si vedranno in esso altre orme. E se a volte mi guardi come ad un prigioniero, tra cose astruse, o dietro delle porte, pensa alle alte torri, alle tremule cime dell'albero, ben saldo...(Salinas)

venerdì 21 dicembre 2007

Fiaba del Bosco Incantato (prima parte)



Questa fiaba, che si snoderà in cinque parti, racchiude un pò il senso della vita, delle cose essenziali invisibili all' occhio poco attento...Lo dedico a tutti coloro che vorranno passare da questo blog...


...Raccontano che in un paese non molto lontano da qui viveva una bimba dalla pelle bianca bianca ma nessuno ne ricordava più il nome poiché la chiamavano Fiocco di Neve. E ricordano che un giorno allontanandosi da casa più del dovuto si perse nel Bosco Incantato.
Il Bosco Incantato era la casa del Mago della Luce, e la sua dimora era un grande castello nel mezzo del bosco. Questo mago era davvero potente…
Si dice che prima del bosco ci fosse un grande deserto, e che lui si sentì così profondamente triste dalla visione che pianse tutto il suo amore, e immediatamente cominciarono a germogliare alberi e piante, con animali favolosi. Dicono che da allora nel Bosco Incantato c’ è la felicità. E che chiunque ci vada non ne esca mai… senza diventare pazzo. Fiocco di Neve tutto questo non lo sapeva.
Quel giorno aveva seguito l’arcobaleno per arrivare ad uno degli estremi, e si trovò invece nel Bosco Incantato, vicino ad un laghetto di ninfee. Entusiasta da tanta bellezza che la circondava e dalla tranquilla felicità che invadeva il suo cuore, non si accorse della presenza di un signore piuttosto basso, dai capelli e dalla barba bianca e lunga che indossava un abito buffo azzurro pieno di stelle.
Il signore, senza presentarsi le disse: "Buonasera. Come mai sei nel Bosco Incantato? Cerchi anche tu la felicità?". Solo allora la bimba comprese di essersi smarrita, e improvvisamente ebbe paura.
I suoi genitori le avevano detto di non allontanarsi da casa e di non dare retta agli sconosciuti. Invece lei era lì. Capì subito, però, che non doveva avere paura, c’era qualcosa negli occhi del signore basso che la tranquillizzavano: erano occhi pieni di bontà, forse come quelli di Babbo Natale, pensò Fiocco di Neve.
- "Buonasera signore", rispose un poco impacciata.
- "Ti sei persa, bimba?"
- "Credo di sì. Non so da che parte è la mia casa, e i miei genitori saranno preoccupati…"
Scoppiò a piangere pensando ai suoi genitori.
Il signore si presentò. "Sono il Mago della Luce, il padrone di questo Bosco Incantato e potrai rimanere finché vorrai in questo luogo. La mia casa sarà la tua casa…"
Il Mago della Luce aveva deciso di adottare la bambina, tanto le faceva tenerezza con le treccine che scendevano ai lati del volto.
La bimba rimase ferma, e ancora singhiozzando disse sì con la testa. Non sapeva come tornare a casa né cosa fare…
Il Mago della Luce le fece vedere, negli anni che passarono, come la bellezza dell’ Amore era la perfezione. Nel Bosco Incantato tutto era perfetto, bello, si respirava armonia in ogni cosa.
Tutte le case che popolavano il bosco erano perfette, gli abitanti erano sempre in accordo, tutti si volevano bene. Se qualcuno aveva bisogno di aiuto c’erano sempre dei vicini disposti ad aiutarlo. Le donne e gli uomini non si comportavano, come fuori del Bosco, con invidia o con interesse. Ogni gesto era spontaneo e si scambiavano serenità. Tutto era perfetto. Perciò nessuno andava via dal Bosco Incantato. Col passare del tempo Fiocco di Neve aveva imparato l’arte della magia che il Mago le aveva insegnato. Era capace di far volare gli uccellini che cadevano dai loro nidi in primavera e di far splendere l’arcobaleno. Aveva imparato tante cose nel Bosco Incantato
...

giovedì 20 dicembre 2007

2005...


Ma sei...sei come la neve sei...che tocchi e sciolta già e non sai più com'è ...solo un'immagine che va e sei nella mia mente...sì solo nella mia mente, solo nella mia mente...

lunedì 17 dicembre 2007

Anonimo ha detto...


E' più facile andarsene che guardarsi negli occhi...(Anonimo)

domenica 16 dicembre 2007

Passeggiata...


Mi piace camminare nel Bosco, lo faccio da sempre e amo cercare i funghi che sembrano mimetizzarsi di proposito fra le foglie secche. Il Bosco è pieno di suoni, di fruscii, di presenze...lì non si è mai soli e se si cammina in silenzio si ha l’impressione che gli alberi sussurrino...sono i sussurri delle foglie accarezzate dalla brezza...Quando piove si leva un profumo particolare, di muschio, foglie e terra umida, di funghi e di erba...Mi piace camminarci quando i raggi del sole come lame attraversano il fogliame e proiettano schizzi di luce...

Poesia scritta per me da un amico...


Una vita intera non basterà...a spingere l'onda lontano, sul sentiero d'oro laggiù, verso il tramonto, a seguire il profilo dei nostri anni così acceso e folle...a nutrirmi di sentimenti e sapori che le nostre notti, le nostre lacrime, le parole ed i silenzi hanno reso eterni...Noi, unici, ultimi, invitti.
Grazie di cuore, G.

Per chi sa capire...


...Non passerai mai da questo blog, non ne sai neppure l'esistenza per fortuna (o purtroppo?)...Tanto tempo è passato dall'ultimo sorriso reciproco, ognuno di noi è ormai barricato nelle proprie ragioni. E' quasi Natale, e la mente torna esattamente a tre anni fa quando, staccando dal muro e mettendoti le microluci intorno al capo mi hai detto: "esprimi un desiderio poichè riesco ad esaudirlo essendo un santo!" ed io ho risposto: "uno solo?bè...che tutti i miei desideri si esaudiscano!" e tu, di rimando: "sei sempre troppo costosa, sempre troppe cose vuoi!" ridendo....A quando a Capodanno dello stesso anno mi osservavi dietro i vetri mentre io andavo al veglione con altri senza di te...Ho troppi ricordi da non dimenticare; sono miei, da custodire gelosamente. Poi...ti ho pure detto che la tua peggiore disgrazia è quella di essere l'unica ad aver capito come effettivamente sei senza quella stupida maschera che porti sempre...Non ti sono mai piaciuti questi discorsi forse perchè veri...Mi mancherai...sempre...Buon Natale.

giovedì 13 dicembre 2007

La voce a te dovuta...


I cieli sono uguali, azzurri, grigi, neri, si ripetono sopra l'arancio o la pietra: guardarli ci avvicina. Annullano le stelle, tanto sono lontane, le distanze del mondo. Se noi vogliamo unirci, non guardare mai avanti: tutto pieno di abissi, di date e di leghe. Abbandonati e galleggia sopra il mare o sull'erba, immobile, il viso al cielo. Ti sentirai calare lento, verso l'alto, nella vita dell'aria. E ci incontreremo oltre le differenze invincibili, sabbie, rocce, anni, ormai soli, nuotatori celesti, naufraghi dei cieli.

mercoledì 12 dicembre 2007

Che faremo di noi?


Che faremo di noi? Di questa prateria stralciata della vita che prende per mano il tempo e poi, all'improvviso, ti accorgi che è finita...Che faremo di noi? Di questo cielo grande senza stelle, di questa luce, di quest'aria, del limpido mare, degli anni che ci asciugano la pelle, del tempo che ci resta per sognare, del sollievo dell'anima, dei lunghi inverni dei ricordi portati dal vento della sera, delle notti del nulla solitario, dei silenzi eterni che questo fumo della vita annera...Che faremo di noi? Delle anime stancate senza fiato, dei passi che consumano la vita, dei sogni che ci hanno abbandonato, di questa veglia consumata dai pensieri, di questi gran respiri a cielo aperto...

lunedì 10 dicembre 2007

Il ponte...

Ieri, come ogni domenica, sono andata a zonzo per il Bosco...io e il Bosco...siamo sempre qui, eterni e quasi eterei, colonne che rappresentano il non senso di qualcosa...Purtroppo la stagione del gran freddo avanza, per cui tutto tace, tutto è in letargo, tutto dorme avvolto nel manto dell'oblìo...nessun rumore, nessun fruscìo, solo desolazione...da giorni si sente il picchiettare regolare della pioggia che cade sulla terra triste, forse a ricordare anche la solitudine dilagante. Io non dispero, il sole tornerà e con esso, anche i primi rumori e risvegli della natura...

Massima...


Il vero coraggio non risiede nel potere, ma si manifesta contro di esso...

domenica 9 dicembre 2007

Poesia notturna...


Quanti misteri cela la nebbia, polvere magica che si impregna nel cuore, spuma di mare che fugge alle onde... noi siamo come la nebbia: incomprensibili...Vorrei saper parlare, poter amare in modo diverso, ma c'è troppo silenzio, troppo rumore dentro di me...

sabato 8 dicembre 2007

Dedica ad una farfallina...


Questa dedica è per una cara persona, una mia cara amica che in questo momento è lontana...Tra i suoi "innumerevoli" difetti, quello più evidente è quello di volermi bene! Anch'io gliene voglio tanto e, grazie a lei, riesco a cogliere la differenza tra le persone sincere o meno...Spesso ci azzuffiamo, ma alla fine, torniamo tutte e due alla "base", perchè, fondamentalmente l'amicizia che ci unisce è molto forte...Voglio dirle grazie di essermi amica e...ti voglio bene, s.......!!!

L'incisione...


Anche oggi, come in pellegrinaggio, sono tornata sui miei passi...sono tornata in quella sorta di rifugio nel bosco. Sono entrata sperando di trovare chissà cosa, magari una lettera in risposta a quella trovata, ma ho trovato solo un nastro sottile e logoro di raso giallo pallido. Era racchiuso in uno scatolino di legno intagliato sotto un cumulo di foglie, accanto alla "parete", se così si può definire, del rifugio...Uscendo, ho notato l'albero vicino con un' incisione a forma di cuore...chissà, probabilmente questa parte del bosco sarà stata luogo incantato abitato da elfi, folletti e fate e, indubbiamente, luogo in cui la lettera è stata testimone di sentimenti palpitanti...

giovedì 6 dicembre 2007

Innominabile...


"Quello che amiamo ci ama sebbene non voglia amarci. Ci dice di no e che no, ma c'è da insistere ad amarlo: perchè non ha un suo contrario, chi lo dice non lo sa...Domani, oggi, quasi mai, quando ci sembra impossibile ormai, risponderà nell'amato, come un soffio impercettibile, l'amore stesso con cui l'adoriamo...Sebbene ci siano contro la solitudine e l'aria, le prove ed il no ed il tempo, c'è da amare e non lasciarlo, amare ed ancora amare. Soprattutto a notte fonda quando il sogno, quel ritorno al primitivo e nudo essere, giunge dalle stelle e rompe le volontà di passaggio, l'amare sente, stupito, che ora è suo quel che voleva, che è amato senza volere, a forza di stare amando..." (P. Salinas)

martedì 4 dicembre 2007

A mio fratello...


Non credo di essere molto brava con le parole...cosa potrei dire senza cadere nella banalità su mio fratello?Lui lo sa già che lo voglio molto bene, non c'è bene più grande per me, ma alle volte non basta solo intuirlo...Io lo ammiro tantissimo, sapete...mi piacerebbe avere solo un briciolo della sua intelligenza e cultura, del suo equilibrio e della sua bontà...mi sopporta sempre pure quando alle volte esagero...anche se non lo sa è il mio punto fermo, ma non diteglielo....

Ancora la lettera...


...Continuai a fissare la lettera, le grinze diagonali dove era stata piegata, piegata malissimo...un'onda di calore poco familiare mi avvolse all'improvviso, un senso di tenerezza, la tenerezza di qualcun altro..."Ma perchè questa lettera si trova in mano mia?Questa lettera non è mia, non l'hanno mandata a me, sono una ficcanaso! Però ce l'ho in mano, l'ho letta, i suoi sentimenti mi hanno commossa...". "Non è mia" dissi ad voce alta, ma poi me la portai a casa e, senza sapere perchè, la chiusi a chiave in un cassetto. "Là dentro starai al sicuro" pensai, come se la lettera fosse una bestia, facile da inferocire, facile da fraintendere...

Alla mia delfina....


Penso che questa sia la dedica più importante di tutto il blog...Alla mia delfina nel senso più regale del termine...So che a lei non piacciono le cose sdolcinate o romantiche, me lo dice sempre, però in fondo al mio cuore e oramai, sapendo leggere nel suo, so che in realtà non è così, altrimenti, da dove deriverebbe la sua smisurata bontà e umanità? E' lei che molto spesso ha asciugato le mie lacrime e curato le mie ferite, è lei che ha sofferto, che ha amato, odiato e sorriso con me, è lei che ha subìto i miei sbalzi d'umore al ritorno dei miei inferni personali a piedi scalzi, è lei che crede in me quando io stessa non credo, è lei la zavorra alla mia realtà...Grazie...grazie di volermi bene e lo sai, anche io te ne voglio immensamente.

Falling down...


"...La felicità non è non cadere mai, ma rialzarsi sempre dopo una caduta" (Confucio).

lunedì 3 dicembre 2007

Poesia per Maria...


Batte il cuore, batte ancora, nonostante gli affanni...Batte forte e riporta alla mente antiche emozioni, vecchie sensazioni, inebrianti sentimenti rapidi e fugaci, come luci lontane che rischiarano il domani.

Dedica ad un'amica sincera...


Questa dedica è per una persona per me molto importante e vicino al mio cuore...Sabrina...la mia amica, la mia confidente, la mia...forza!!!Le voglio un bene profondo...so che di lei posso fidarmi e che sarà sempre al mio fianco se ne avessi bisogno come io al suo...Voglio ringraziarti, dolce Sabri, per i tuoi sorrisi, per le tue parole, per il tuo coraggio....

domenica 2 dicembre 2007

La lettera...


"Come ci si innamora? Si casca? Si inciampa, si perde l'equilibrio e si cade sul marciapiedi, sbucciandosi un ginocchio, sbucciandosi il cuore? Ci si schianta per terra, sui sassi? O è come rimanere sospesi oltre l'orlo di un precipizio, per sempre? So che ti amo quando ti vedo, lo so quando ho voglia di rivederti. Non un muscolo si è mosso, nessuna brezza agita le foglie. L'aria è ferma. Ho cominciato ad amarti senza fare un solo passo, senza neanche un battito di ciglia. Non so neppure quando è successo. E' troppo banale per te? No, e lo sai, vedrai. E' quello che capita, è quello che importa. Non mangio più, mi dimentico di mangiare, mi sembra una cosa sciocca, che non c'entra. Se ci bado...ma non bado a niente. I miei pensieri straripano furiosi, eppure...l'amore mi tormenta come se fosse dolore. C'è una faccia sola, l'unica che vedo, quando dormo e quando non dormo. Stanotte ho provato a dimenticare, tu non vai bene per me, lo so, ma quello che penso non m'interessa più, a meno che non pensi a te. Quando sono accanto a te, davanti a te, sento le tue mani che mi sfiorano la guancia anche se non è vero. Qualche volta guardo altrove, poi ti guardo di nuovo. Quando mi allaccio le scarpe, quando sbuccio un'arancia, quando vado a dormire ogni notte senza di te, io resto, come sempre..... W." Chissà se questa lettera sia stata mai letta dal destinatario o destinataria oppure se colui o colei che l'ha scritta alla fine non ha avuto il coraggio di recapitarla...e gli effetti che ha avuto nel caso sia stata consegnata, perchè, ad onor del vero, chi non vorrebbe riceverne una vibrante come questa?

Casetta nel Bosco...


Armata di tanta buona volontà, stamattina quasi all'alba ero già pronta per una delle mie escursioni nel vastissimo Bosco..."Fin quando il tempo lo permette!" mi sono detta. La mia mèta era la cascata che avevo scoperto tempo fa, per rivedere ed inebriarmi dei riflessi del sole, pagliuzze dorate, nell'acqua...Dopo aver girovagato a lungo, mi sono accorta di aver sbagliato sentiero e mi sono ritrovata davanti ad una sorta di casetta di roccia ricoperta di verde...C'era nebbiolina intorno, forse era l'umidità della notte che, baciata dal sole sorgente, stava evaporando...in ogni caso, impavidamente, mi sono addentrata, l'aria all'interno era ferma...c'era solamente un piccolo tronco a mò di tavolo per arredare il tutto...ma la cosa più entusiasmante è stata trovare una lettera poggiata su quel tavolo, invecchiata, stropicciata e piegata, sotto una pietra, risalente a circa quarant'anni prima, vista la data...