giovedì 3 luglio 2008

I racconti del Bosco di Hern - La ninfa delle farfalle (I Parte)


...Met si alzò molto presto quella mattina per andare a raccogliere funghi, uscì di casa che era ancora buio. Decise di cercare nella zona dello stagno. Non c'era mai stato lì, era abbastanza lontano dalla sua piccola dimora estiva, sulla collina. Ogni tanto sentiva il bisogno di passare una giornata in modo diverso, sentiva l'esigenza di immergersi nei colori, nei suoni e nella spensierata libertà della natura. Giunse nei pressi del piccolo laghetto continuando a frugare sotto le foglie secche aiutandosi col bastone. Non aveva raccolto ancora nulla, ma non si preoccupò più di tanto. Quella dei funghi era solo una scusa, era lì per riposare. Un riposo fisico, ma soprattutto un riposo dei sensi... Tutti. Improvvisamente un inaspettato frusciare delle foglie di un albero attirò la sua attenzione. Strano evento quello. Non vi era neppure un fil di vento quella mattina e l'acqua dello stagno rifletteva il cielo a specchio rilasciando un effetto adamantino. Pensò ad uno scoiattolo o comunque ad un abitante del Bosco. Decise di avvicinarsi. "Che strana forma ha il tronco di quell'albero...si direbbe... il corpo di una fanciulla", pensò fra sé. Ma gli era impossibile attribuire tutta quella perfezione alla sola casualità della natura. Anche l'effetto generato dalla rugiada che avvolgeva tutto il tronco, colpita dai primi raggi del sole, sembrava irreale. Una miriade di gocce che riflettevano un luccichio animato, ponevano in essere quasi una rottura con la normale armonia della natura. Stava avvenendo qualcosa irreale, di magico. Lui si fermò all'istante e trattenne il fiato per alcuni secondi. Voleva illudersi che quello strano sfavillio era dovuto al suo spostamento che ne determinava un diverso riflesso riprodotto dai raggi del sole. Ma si sbagliava. Al contrario, col trascorrere del tempo l'intensità delle luci aumentò così tanto che quel tronco speciale pareva prender vita. La sua paura prevalse sulla curiosità, gli tremavano le mani. Lasciò cadere il cestino e il bastone per poi scappare a nascondersi dietro ad una vicina roccia. Un fremito innaturale scosse tutto l'albero provocando la caduta di alcune foglie, e poi di nuovo il silenzio. Stranamente una splendida farfalla gli sfiorò il viso. Aveva dei colori bellissimi che si stemperavano fra di loro col batter delle ali, generando un effetto straordinario. Era diretta verso quell'albero, ma non era la sola. Altre due, cinque... Decine e decine di farfalle una più bella dell'altra accorsero da tutte le direzioni per riunirsi intorno a quell'albero, come api attratte dal miele. Non aveva mai assistito ad una danza di farfalle, era ben consapevole che si trattava di un evento fuori dal comune. ... E il tronco prese vita, o meglio: una vita trasparì dal quel tronco, che ora ritornò con le sue originarie forme. Era una donna bellissima, con due grandi occhi che solo a posarne lo sguardo si rimaneva incantati. Aveva dei lunghi capelli color castano che ne ricoprivano gran parte del petto e nell'insieme formavano una splendida cornice per il suo volto, rendendolo ancora più affascinante. Dapprima la parte inferiore del suo corpo era arabescata come un tronco d'albero. Ma dopo alcuni passi si rivelò per intero nella sua forma umana, con un lungo vestito particolarmente verde che ne richiamava la natura fiabesca. La sua bellezza così indescrivibile faceva passare in secondo piano quanto di più bello potesse esserci in quel postò già di per sé fantastico...

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