domenica 23 marzo 2008

Egosintonia...distonia...


Ci sono momenti come emozioni che durano il tempo che lo zucchero svanisce nel caffè. All'apparenza disciolto, ma con l'aiuto di un cucchiaino, nel fondo, puoi scoprirlo ancora, granuloso ai bordi, nell'insieme morbido. Perciò il momento, come l'emozione, assume una forma e un significato, in base all'attenzione e alla concentrazione che ci metti, nel guardarlo. Tutti i livelli hanno la loro sacrosanta rispettabilità. Puoi gettare lo sguardo sulla superficie della tazzina, come puoi immergerti dentro, attraversare il calore, fino ad arrivare sul fondo ed esplorarlo. Tutto ciò mi sembra evidente, come farina sui vestiti. Eppure talvolta, l'impronta si trova inspiegabilmente sulla schiena, e per accorgertene, serve una persona che ti avverte o uno specchio, con il quale fare confronti. E per confrontarti devi avere il carattere adatto per farlo, altrimenti ogni sguardo è un accusa e ogni parola, una condanna. Ma la colpevolezza esiste, quant'è vero che l'altra faccia della medaglia è l'innocenza. Spesso ci si sente colpevoli solo in proporzione alla condanna. Quindi se non esiste condanna, cessa anche il senso di colpa. E io sono lo specchio, vedo l'impronta, ma non ho mani ferme per toglierla. E il confronto continua, tra vino e bruschetta e il sorriso tipico di un aperitivo allungato, tra una panca e uno sgabello, tra mani pallide su calze nere. Tra differenze evidenti, libere di non sentirsi colpevoli. Quale miglior confidente di un giudice indulgente?
Momenti come emozioni dal rumore del gesso, stridulo sulla lavagna, dalla voglia di disegnare un banco immacolato, da un sospiro di sollievo, dalla sciarpa sul collo in dicembre. La stessa sciarpa che a volte non va via. Parlare come se ci fosse un tempo limitato per farlo, come se le parole tendessero a sovrapporsi. Senza soffocare alcun pianto. Ogni dieci parole, ce ne sono sei in regalo. Il premio è istantaneo. Una chiacchierata furtiva, voluta, sognata che forse gioca con sentimenti sepolti. Fantasmi mai scacciati, rumori di catene. Le parole parlano dei sentimenti sacri, infranti come promesse, che sono fatte notoriamente per non essere rispettate. Tutto ciò, ammettendo che l'essere umano, in quanto tale, è limitato, anche se potenzialmente è molto di più. Mai scommettere aspettative. La pena, qui, è assicurata.
Momenti ed emozioni. Sempre più frequenti. L'ultima questa notte. L'essere umano, pur essendo limitato, rompe i suoi argini, che al momento sono difficilmente arginabili. Scattano rinunce e comportamenti ambigui. Mani nervose in una borsa e capelli raccolti frettolosamente. Occhi stanchi, lunghi o frequenti respirie muscoli tesi. E forse tutto ciò, corrisponde al giorno peggiore che a tutti capita. Ma non è esattamente questo. Se esaspero tutto, mi spiego meglio. Se esaspero tutto, ho finito di spiegarmi. E' impensabile, ho appena iniziato.
Grazie Elenina per avermi permesso di inserire il tuo post (http://tennyo.blogs.it/).

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